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Incantevoli boschi e splendidi laghi mischiati con gole e torrenti creano insiemi uno scenario suggestivo quello che si apre agli occhi dei visitatori quando si lasciano conquistare dalla bellezza del monte Navegna e Monte Cervia.
Nei boschi della riserva naturale regnano maestosi i faggi circondati da aceri, più in basso castagni e querce secolari. Il sottobosco è un germogliare di stupende fioriture di orchidea, violetta, narciso e anemone.
Se la vegetazione costituisce lo scenario davvero fantastico fatto di chiaroscuri, di ombre, di raggi di sole che si infrangono tra gli alberi, è la varietà della fauna a definire il valore ambientale di tutta l'area. Tutto sembra veramente uscita da un quadro ed ecco emergere nel quadro il lupo e il gatto selvatico, presenze importanti quanto elusive. Accanto a questi protagonisti troviamo l'aquila reale, l'astore, lo sparviero e il picchio muraiolo; tra le pozze d'acqua e vicino ai fontanili si ritrovano la salamandrina dagli occhiali e l'ululone a ventre giallo.
A questa natura si affiancano i reperti archeologici e gli antichi insediamenti umani. Un passato che è lì per ricordarci l'antico rapporto tra l'uomo e la natura. Un rapporto che qui continua a rivivere in tutta la sua autenticità. Tra le varie tipologie in cui si dividono le aree protette, la classificazione di riserva naturale parziale riveste per il territorio, la finalità di valorizzare e conservare aspetti vegetazionali, flogistici, faunistici, geomorfologici, speleologici, paleontologici, paesistici.
La Riserva Naturale che fu ampliata nel 1997, tutela un vasto comprensorio della Catena dei Monti Carseolani, tra i bacini dei Fiumi Salto e Turano. La Riserva è divisa in due zone distinte. La più vasta comprende i rilievi di Monte Navegna e Monte Filone, che il Fosso dell'Obido separa dal Monte Cervia a sua volta separato dal vicino Monte S.Giovanni dal Fosso di Riancoli. L'altra zona è costituita dai rilievi che circondano il paese di Nespolo, e che costituiscono il confine con il vicino territorio abruzzese di Carsoli.
La Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia che si trova in di Rieti copre una superficie di 3599 ha in cui ricadono i territori di 9 comuni: Ascrea, Castel di Tora, Collalto Sabino, Collegiove, Marcetelli, Nespolo, Paganico, Rocca Sinibalda, Varco Sabino. Il territorio dell'area protetta è compreso all'interno dei due bacini idrografici del Fiume Salto e del Fiume Turano. Nella Riserva sono stati attrezzati numerosi sentieri, identificati da segnavia costituiti da paletti in legno con la testa colorata a seconda della difficoltà di percorso.
Le Specialitá locali - La Riserva è prevalentemente e sopratutto costituita da formazioni boschive che si sviluppano su un territorio montuoso, spesso impervio, con pochi spazi da poter utilizzare per l'attività agricola. Questa caratteristica condiziona fortemente i risultati produttivi, sia per l'esiguità delle superfici disponibili che per le difficoltà nel raggiungerle. Le produzioni agricole che appartengono alla tradizione rurale, oggi ottenute in piccoli orti ed appezzamenti spesso collocati a ridosso dei centri abitati, sono rappresentate da patate, fagioli e alcune foraggiere. In particolare l'avena per l'alimentazione dei bovini da latte o degli asini, questi ultimi utilizzati per "smacchiare" il legnatico dai boschi.
Uno dei regali piú pregiati di madre natura qui nella riserva naturale é il Tartufo. Apicio, Varrone ed altri autori latini scrivono di come gli antichi romani fossero i più grandi esperti del tartufo. Lo consideravano infatti un notevole corroborante e, insieme al farro, in guerra ed anche in pace, era uno di quegli alimenti di cui facevano scorta. La valle del Salto Cicolano, dove è presente ogni varietà di tartufo, è probabilmente una delle zone del reatino più interessanti per le quantità e varietà presenti. Lo stesso dicasi per la Valle del Turano, in particolare per il comune di Ascrea che, accanto alle specie meno nobili quale ad esempio lo Scorzone, allinea anche le specie più elette della famiglia "Melanosporum", quali il Bianco Pregiato e il Nero Pregiato.
Castel di Tora Rieti
Castel di Tora, già Castelvecchio, è un piccolo comune di 218 abitanti della provincia di Rieti posto nella valle del Turano. Il territorio è ricco di testimonianze del passato, in particolare risalenti all'età romana, in gran parte sommerse dalle acque del bacino artificiale costruito sul finire degli anni '30 di questo secolo. I centri principali di questa opera di riconquista agraria furono le massae Nautona e Torana, nelle quali Farfa ebbe grandissimi interessi. Il castello di Castelvecchio fu donato a Farfa nel 1092 dalla consorteria dei Guidoneschi, protagonisti dell'incastellamento in questo parte della valle del Turano. Da non Perdersi quando si visita questa dolce cittadina é il lago Turano anche chiamato Lago del Turano che si trova nella valle del Turano è orientata in senso sud - ovest / nord - est. E' delimitata sul suo lato orientale dalla catena montuosa considerabile quale prosecuzione dei monti Simbruini, cioè quella dei monti Carseolani, che hanno nei 1.508 metri del Monte Navegna la vetta più alta e su quella occidentale dalle propaggini a levante dei monti Sabini, mediamente meno elevati dei Carseolani.
Un altro delle perle di Castel di Tora é la Torre poligonale Medioevale - la strategica posizione dei due castelli, opportunamente integrata da torri di avvistamento, è un chiaro segno della loro funzione difensiva all'epoca dell'invasione saracena del IX e X secolo. Successivamente la proprietà fu dei Buzi - Brancaleoni e quindi dei Mareri, ai quali fu confiscata nel 1241 da Federico II di Svevia alla cui morte nel 1250 ritornò ai Mareri. Corradino di Svevia, ultimo degli Hohenstaufen, vi riparò dopo la sconfitta dei Campi Palenti, l'attuale conca del Fucino tra Tagliacozzo e Scurgola Marsicana, del 23.08.1268, prima di proseguire verso Vicovaro, nel disperato quanto vano tentativo di sottrarsi alla cattura da parte delle truppe angioine.