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Cisternino con i suoi ca 12.000 abitanti si trova nella provincia di Brindisi in Puglia. Si affaccia sulla valle d'Itria, anche chiamata la Murgia dei trulli e fino al 1927 è appartenuto alla Terra di Bari.
Secondo la tradizione é stato l'eroe eponimo è Sturnoi, il compagno di Diomede, finita la guerra di Troia, a fondare questo centro che i Romani hanno poi chiamato Sturninum.
Una delle teorie del posto é che fu distrutto nel 216 a.C. durante le scorrerie di Annibale in Puglia, e l'abitato tornò a vivere nell'VIII secolo, quando i monaci basiliani profughi dell'Oriente, scoprirono in queste contrade le rovine dell'antico centro.
Sulle stesse vollero allora edificare una badia di rito greco che chiamarono San Nicolò cis-Sturninum, sullo stesso punto dove oggi possiamo ammirare la Chiesa Matrice.
Suggestiva nel borgo è l'osmosi tra spazi interni ed esterni, tra case, vicoli e cortili, frutto di soluzioni architettoniche dettate da ragioni pratiche, che ci evidenzia la comunanza e il vicinato.
É un classico esempio di "architettura spontanea", dove non ci sono architetti con un piano prestabilito da seguire ma rapporti umani da tessere, tra le case imbiancate a calce e i vicoli, tra i cortili e le scalette esterne, tra gli archi e i balconi fioriti: spazi dove ci si può "affacciare", dove si crea aggregazione; spazi condivisi, una unione di spazi pubblici e privati.
Nel silenzio dei pomeriggi estivi, quando il borgo, prima dell'animazione serale, si abbandona al demone meridiano dell'accidia, è bello passeggiare sulle la tipica pavimentazione in pietra chiamat chianche, per godersi l´atmosfera locale e il gioco tra luci e ombre che scaturisce dai vicoli stretti, dagli archi e dai sottopassi. Bianco abbacinante dei muri e azzurro intenso del cielo, uno spettacolo creato dall´uomo e dalla natura.
A cavallo tra il Ottocento e Novecento, la cittá ha cominciato a crescere e svilupparsi anche al di fuori della mura che le circondava, dove l´esempio piú interessante è quello di alcuni edifici con decorazioni in stile liberty in via S. Quirico. Invece, all´interno del borgo, gli edifici storici di maggior pregio sono la chiesa e la torre che si affacciano sulla piazza.
La Torre normanno-sveva, che recentemente é stata restaurata, è alta 17 metri ed fu eretta nell'XI secolo dai Normanni, poi ricostruita in gran parte alla fine delXIV sec. e rimaneggiata più volte nelle epoche successive. Sulla sua sommità si vede una piccola statua di S. Nicola benedicente. La Chiesa di S. Nicola, nota anche come La Chiesa Madre, è stata edificata nel XII sec. sulla precedente chiesa basiliana dell'VIII sec., di cui tuttora restano le fondazioni.
L'attuale facciata, di gusto neoclassico, sostituì intorno al 1848 la precedente, probabilmente romanica. Dell'originario impianto restano importanti tracce all'interno. La volta a crociera del transetto e alcune decorazioni scultoree risalgono ai sec. XIII-XIV. Magnifiche le due sculture in pietra viva di Stefano da Putignano: il tabernacolo dedicato alla Madonna del cardellino (1517) e un altro più piccolo con putti ed ecce Homo. Al di sotto della contigua chiesetta del Purgatorio (XVII sec.), recentemente è stata riscoperta la primitiva chiesa, databile intorno all'anno 1000.
Il Simbolo tradizionale locale é lo scudom, sormontato da una corona è suddiviso a croce di Sant'Andrea di rosso e d'oro. Al centro vi è un pastorale d'argento accostato da due rose di rosso sull'oro.
Un altro Palazzo di grande interesse é quello vescovile che fu costruito nel 1560, con facciata in stile tardo-rinascimentale su cui si notano gli stemmi del vescovo-barone; il Palazzo del Governatore (sec. XVI), dall'elegante prospetto a triplice balconata con elementi decorativi rinascimentali; i palazzetti nobiliari delle famiglie Pepe e Cenci; la chiesetta di S. Lucia (sec. XVII) e, fuori le mura, la torre e il Palazzo Amati, in via S. Quirico; la Chiesa di S. Cataldo, completata nel 1783 in stile barocco, con la bella e scenografica facciata; la Chiesa di S. Quirico, eretta tra Sei e Settecento.
Importante anche per il culto locale è la chiesetta romanica della Madonna d'Ibernia, sorta intorno al 1100 nel periodo della formazione del casale di Cisternino, dalla quale dista ca 3 km.
La chiesa incorpora i resti di un preesistente cenobio basiliano costruito non distante da un precedente tempio pagano dedicato alla dea della fertilità Cibele. è conseguenza dell'antico culto verso questa divinità la venerazione del popolo per la Madonna d'Ibernia, detta anche "delle uova", cioè della procreazione e dell'abbondanza.
Al suo santuario viene portato in dono, nelle feste primaverili, lo stesso dolce, il chïrrùchele, che i fanciulli pagani offrivano a Cibele per propiziarsi la fecondità.
Tra le delizie tipiche di Cisternino c´é una scelta alquanto difficile, tra friselle, formaggi, com il cacioricotta, olio extravergine di oliva, vino Doc e salumi, ottimo specialmente il capocollo.
Infatti da diversi anni Cisternino è divenuta famosa anche per le numerose macellerie con annesse osterie nel centro storico; in questi luoghi si compra la carne al banco, la si fa cucinare e infine consumata nel locale adiacente o nei posti allestiti lungo le stradine e/o rientranze dei vicoli del centro storico.
Tra i primi, celebriamo almeno le orecchiette: al sugo con pecorino e formaggio ricotta o nella variante con cime di rape e deliziose acciughe salate.