Associazione Turistica Pro Loco Montefalco
STORIA MONTEFALCO (mt. 473 s.l.m.)
Chiamata per la sua incantevole posizione "RINGHIERA DELL'UMBRIA", domina l'ampia valle che da Perugia si distende sino a Spoleto.
Per i suoi celebri affreschi è ritenuta un santuario dell'arte umbro-toscana.
Centro abitato fin da epoca romana, nel medioevo si chiamò Coccorone, forse dal greco "oros"= monte, nome che mantenne fino al 1249, quando devastata dalle truppe di Federico II, fu restaurata immediatamente col nome di Montefalco.
Libero comune, retto dai consoli e poi da un podestà, ebbe ampi poteri riconosciutigli da più pontefici.
Fu sede del rettore del ducato di Spoleto (1320-1355) durante l'esilio avignonese e in quel periodo furono restaurate le sue fortificazioni col consiglio del celebre architetto Lorenzo Maitani.
Il cardinale Gidio Albornoz iniziò da Montefalco la sua fortunata opera di ricostituzione dello stato ecclesiastico.
Successivamente fu sottoposta ai Trinci di Foligno in varie riprese (1383-1439).
Ed infine tornò alla Chiesa che lo riconobbe libero governo.
Nel 1424 ebbe rinnovati i suoi Statuti.
Il 18 ottobre 1527 fu presa e saccheggiata dalle Bande Nere.
Nel 1848, a seguito di ampliamento del territorio, ebbe da Pio IX il titolo di città.
Patri di otto santi, tra i quali emerge l'insigne mistica agostiniana Santa Chiara della Croce (1268-1308), il poeta Nicola da Montefalco (sec.XV) autore di un Canzoniere amoroso, il pittore Francesco Melanzio (1460~-1519) allievo del Perugino, il card. Giovanni Domenico De Cuppis (morto nel 1553).
Ospitò tra le sue mura i due imperatori svevi, Federico Barbarossa e Federico II, che da Montefalco datarono numerosi diplomi ed accolse i pontefici Nicolò V e Giulio II.
ARTE MONTEFALCO
Per gustare tutta la ricchezza della produzione artistico-religiosa che rende famosa Montefalco, per comprendere e nello stesso tempo "sentire" la sua storia è necessario scoprire come la fede si sia innestata nel tessuto sociale e urbanistico.
La via su cui si affaccia la chiesa-museo di San Francesco, famosa per le eccezionali e numerose opere in essa conservate, conduce direttamente alla bella piazza circolare dove si affacciano il Palazzo del Comune (sec. XIII-XIV), l'Oratorio di S. Maria (sec. XIII),la ex chiesa di San Filippo Neri (sec. XVIII) oggi teatro, e suggestivi esempi di residenze signorili del XVI secolo.
Nel nucleo più antico del borgo medievale, presso la porta di Camiano, si noterà la accurata regolarità della facciata della Chiesa di S. Lucia (fine sec. XII), dove nel medioevo andavano a pregare i partecipanti alla vera "fuga del bove" in cui si rischiava la vita.
L'itinerario attraverso l'arte religiosa montefalchese, iniziato con la visita del massimo edificio francescano, non può che continuare con la Chiesa di Sant'Agostino della comunità degli agostiniani. Qui hanno operato diversi pittori tra cui Ambrogio Lorenzetti e Bartolomeo Caporali. Al suo interno si possono ancora vedere le spoglie delle Beate Chiarelle e del Beato Pellegrino.
Si noterà come anche il Rinascimento abbia dotato Montefalco di altri due piccoli edifici religiosi, visitando nel borgo la chiesa di Sant'Illuminata (XVI sec.) impreziosita da affreschi di Francesco Melanzio e di altri pittori umbri, fronteggiata da Sant'Illuminata, la chiesa di San Leonardo, annessa ad un monastero di Clarisse ove si può ammirare una grande tela del Melanzio.
Sulla stessa via si scopre il fulcro architettonico di quest'area della città destinata ai monasteri: la grandiosa costruzione dedicata a Santa Chiara da Montefalco, Agostiniana (1258-1309).
Nel Santuario si trovano le reliquie della Santa e la cappella di Santa Croce, decorata nel 1333 con affreschi di Scuola Umbra, di eccezionale valore.
Fuori le mura, lungo percorsi che si snodano tra natura e spiritualità francescana, si incontrano il Convento di San Fortunato,interessante sotto il profilo artistico per la presenza di opere di Benozzo Gozzoli e Tiberio D'Assisi;
il Santuario della Madonna della Stella con pregevoli dipinti dell'Ottocento, e la chiesa di Santa Maria di Turrita ricca di affreschi devozionali dei secoli XIV-XVI.
Montefalco, per la sua centralità rispetto alla regione, si presta in particolar modo ad una serie di gite e di escursioni nella parte più genuina dell’Umbria verde; che possono magnificamente completare il quadro di conoscenza di una regione che si potrebbe presentare come “ancora da scoprire”, almeno nelle sue connessioni, nelle sue trame meno percettibili, nel suo tessuto integrato di vedute panoramiche sorprendenti e di monumenti assai importanti, di varie epoche, che restano testimonianze diffuse in tutto il territorio di una cultura che non fu prerogativa soltanto dei grandi centri, e che vanno globalmente riscoperte e apprezzate anche nei cosiddetti “centri minori”, di una zona ampia e variegata nelle sue diversità e caratteristiche.
Museo civico di Montefalco
Chiesa S. Francesco e Convento
Via Ringhiera Umbra 6 - 06036 Montefalco - Tel. 0742 379598
La Chiesa di San Francesco fu costruita tra il 1335 e il 1338 dai frati Minori e corrisponde al terzo insediamento francescano nell’ambito montefalchese, ma il primo entro le mura. Officiata dai frati fino al 1863, la chiesa in quel anno passò in proprietà al comune di Montefalco e dal 1895 divenne sede del Museo Civico.
Nel 1990 il ripristino dei locali adiacenti alla ex-chiesa ha permesso la realizzazione di una struttura mussale articolata in tre spazi espositivi: la ex-chiesa, cui si è tentato di restituire l’aspetto originario, la Pinacoteca, dove sono conservate tutte le opere mobili (tele,tavole, affreschi staccati, provenienti da altre chiese e luoghi del territorio comunale), e infine la cripta, in cui sono raccolti i reperti archeologici e altre sculture e frammenti di varie epoche.
La Chiesa: contiene numerosi affreschi che vanno dal XIV al XVI secolo.
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Montefalco … e dintorni.
Lungo la strada del Sagrantino

Molto del suo fascino Montefalco lo deve alla posizione geografica che le ha procurato l'appellativo di "Ringhiera dell'Umbria".
Dai suoi belvedere si scopre una parte dell'Umbria e si ammirano tutto intorno i centri di Perugia, Assisi, Spello, Foligno, Trevi, Spoleto, Gualdo Cattaneo, Bevagna; più lontano si scorgono i rilievi dell'Appennino, del Subasio e dei Monti Martani; ma sono le vicine, verdeggianti ondulazioni collinari ricoperte di oliveti e di vigneti a colpire maggiormente.
La cerchia compatta delle sue mura medievali, intramezzata da torrioni si apre con le porte di Federico II, di Sant'Agostino (con la torre dai merli ghibellini), di Camiano, della Rocca e di San Leonardo.
Nel Medioevo l'abitato ebbe il nome di Coccorone. Secondo una tradizione, che nel secolo XVI veniva definita "antica", il toponimo deriverebbe dal nome del suo presunto fondatore, il senatore romano Marco Curione. Altri, invece, lo fanno derivare dal greco oros (monte).
Tra il 1239 e il 1240 il luogo prese il nome attuale di Montefalco, probabilmente legato ad uno dei falchi dell'imperatore Federico II di Svevia, espertissimo nell'arte della falconeria e autore de Il trattato di falconeria (De arte venandi cum avibus) che aveva soggiornato in Coccorone dal 9 al 13 febbraio 1240.
L'itinerario di visita alla città non può che cominciare dalla chiesa-museo di San Francesco: essa rappresenta una sintesi della storia, della cultura e della tradizione di Montefalco. Fu costruita, tra il 1335 e il 1338 dai frati minori, terzo insediamento francescano nell'ambito montefalchese, ma il primo entro le mura. Officiata fino al 1863, la chiesa in quell'anno passò in proprietà al Comune. Dal 1895 divenne sede del Museo civico. Dal 1990 il museo si articola in tre spazi espositivi: la ex chiesa, nota in tutto il mondo per gli affreschi delle Storie della vita di San Francesco di Benozzo Gozzoli (1452), dove si conservano una Natività del Perugino e affreschi di Scuola umbra del '400; la pinacoteca, dove sono custodite molte opere mobili (tele, tavole ed affreschi staccati, provenienti da altri luoghi del territorio comunale), di Francesco Melanzio, pittore montefalchese; Antoniazzo Romano; Bottega di Niccolò Alunno e di Melozzo da Forlì; dipinti di Scuola umbra dal '300 al '700, e una raccolta di Arti Minori; la cripta, in cui sono i reperti archeologici ed altre sculture e frammenti di varie epoche.
Ma per gustare tutta la ricchezza della produzione artistico-religiosa che rende famosa Montefalco per comprendere e nello stesso tempo "sentire" la sua storia è necessario scoprire come la fede si sia innestata nel tessuto sociale e urbanistico. Occorre dunque percorrere la città. La via su cui si affaccia la chiesa-museo di San Francesco conduce direttamente alla bella piazza circolare dove si affacciano il Palazzo del Comune (sec. XIII-XIV), la ex chiesa di San Filippo Neri (sec. XVIII) oggi teatro, l'oratorio di S. Maria (sec. XIII) e significativi esempi di residenze signorili del XVI secolo.
Nel nucleo più antico del borgo medievale, presso la porta di Camiano, si noterà la regolarità accurata della facciata della chiesetta di S. Lucia (fine sec. XII) e viti di Sagrantino che, tenaci, restano a raccontare un'antica presenza di vigne domestiche cinte dai muri alti degli orti.
L'itinerario attraverso l'arte religiosa montefalchese, iniziato con la visita del massimo edificio francescano, non può che continuare con la chiesa di Sant'Agostino della comunità degli agostiniani. Qui hanno operato diversi pittori tra cui Ambrogio Lorenzetti e Bartolomeo Caporali. Si gusterà come anche il Rinascimento abbia dotato Montefalco di un grazioso edificio religioso visitando nel borgo la chiesa di Sant'Illuminata (XVI sec.) impreziosita da affreschi di Francesco Melanzio e di altri pittori umbri. Fronteggia Sant'Illuminata la chiesa di San Leonardo, annessa ad un monastero di clarisse dove si ammirerà una grande tela del Melanzio.
Sulla stessa via si scopre il fulcro architettonico di quest'area della città destinata ai monasteri: la grandiosa costruzione dedicata a Santa Chiara da Montefalco agostiniana (1258-1309). Nel Santuario si trovano le reliquie della Santa e la cappella di Santa Croce, decorata nel 1333 con affreschi di Scuola umbra, di eccezionale valore.
Fuori le mura, lungo percorsi che si snodano tra natura e spiritualità francescana, si incontrano il convento di San Fortunato, interessante sotto il profilo artistico per la presenza di opere di Benozzo Gozzoli e Tiberio D'Assisi; il santuario della Madonna della Stella con pregevoli dipinti dell'Ottocento, e la chiesa di Santa Maria di Turrita ricca di affreschi devozionali dei secoli XIV-XVI.
Montefalco, per la sua centralità si presta in particolar modo ad una serie di gite e di escursioni nella parte più genuina dell’Umbria verde; che possono magnificamente completare il quadro di conoscenza di una regione che si potrebbe presentare come “ancora da scoprire”, almeno nelle sue connessioni, nelle sue trame meno percettibili, nel suo tessuto integrato di vedute panoramiche sorprendenti e di monumenti assai importanti, di varie epoche, che restano testimonianze diffuse in tutto il territorio di una cultura che non fu prerogativa soltanto dei grandi centri, e che vanno globalmente riscoperte e apprezzate anche nei cosiddetti “centri minori”, di una zona ampia e variegata nelle sue diversità e caratteristiche.
Un itinerario di centri dalle origini molto antiche, lo ripropone la moderna Via del Sagrantino, che si snoda tra panorami stupendi e monumenti quasi ignorati, per il loro isolamento in aperta campagna, in contesti invidiabili, perché rimasti intatti attraverso i secoli.
BEVAGNA.
Antico municipio romano di cui si conservano cospicui resti. Molto apprezzata la sua piazza medievale, su cui si affacciano i monumenti più significativi della città: le belle chiese romaniche di S. Silvestro e di S. Michele, l’antico Palazzo dei Consoli trasformato in Teatro, la chiesa del B. Giacomo. Da visitare, inoltre, la Pinacoteca comunale e, soprattutto il mosaico romano. Nelle immediate vicinanze, in posizione panoramica incantevole, il Santuario della Madonna delle Grazie.
CAMPELLO SUL CLITUNNO.
Nel suo territorio si trovano le celebri Fonti del Clitunno e il raro Tempietto (VI-VIII secolo), costruito con materiale romano raccogliticcio secondo lo schema degli edifici di culto pagani, dedicato al Salvatore.
CASTEL RITALDI.
Agglomerato medievale caratteristico, nel cui territorio esiste l’antica Pieve, con una facciata romanica decorata datata 1141 (uno degli edifici romanici più antichi della regione), e la chiesa rinascimentale di S. Maria della Bruna.
GIANO DELL’UMBRIA.
Grosso castello medievale probabilmente di origine romana. Nella chiesa di S. Francesco affreschi del pittore folignate Giovanni di Corraduccio. Soprattutto notevole la chiesa abbaziale di S. Felice di Giano, tra gli esempi più significativi del romanico in Umbria.
GUALDO CATTANEO.
Caratterizzato dalla centrale Torre circolare, resto dell’antica rocca del secolo XV. La chiesa parrocchiale conserva una cripta del XII secolo. Nel territorio alcuni castelli medievali ben conservati e, soprattutto la doppia chiesa romanica di S. Terenziano, con notevoli resti romani.
MASSA MARTANA.
Antico “vico” romano sulla originaria Via Flaminia, trasformato in castello medievale. Nelle immediate vicinanze esiste l’unico esempio in Umbria di una Catacomba cristiana, con i resti di una basilichetta paleocristiana recentemente scoperta; la chiesa romanico-gotica di S. Maria in Pantano sorta su resti romani; il santuario rinascimentale di S. Maria della Pace, a pianta centrale.
TREVI.
Municipio romano sorto lungo il ramo più recente della Via Flaminia. La sua posizione scenografica è stata celebrata da Giacomo Leopardi. Conserva la bella chiesa gotica di S. Francesco, cui è annessa la Pinacoteca comunale; la chiesa di S. Emiliano con notevoli resti romanici e un elegante altare rinascimentale di Rocco da Vicenza; nei pressi la chiesa della Madonna delle Lagrime, con affreschi del Perugino e dello Spagna; e la chiesa di S. Martino con affreschi di Tiberio d’Assisi e dello Spagna. Nel territorio la chiesa romanica abbaziale di S. Pietro di Bovara, la cui facciata ripropone motivi decorativi desunti dal frontone del vicino Tempietto del Clitunno.
Il vino, la gastronomia e le attività artigianali
La coltivazione della vite, nel territorio di Montefalco, risale all’epoca romana: Plinio il Vecchio
racconta di un vino di particolare pregio ricavato dall’uva "HIRTIOLA”. Montefalco si caratterizza per la produzione vitivinicola di altissima qualità tra i quali
il Sagrantino DOCG che si ottiene da un’uva autoctona ricchissima di polifenoli e di tannini che gli conferiscono grande struttura, straordinaria longevità e un originale bouquet che richiama i frutti del sottobosco.
Viene prodotto nelle due versioni, Secco e Passito: non può essere immesso al consumo se non dopo aver subito un invecchiamento di almeno trenta mesi. Il Sagrantino di Montefalco per la completezza delle sue tipologie, è perfetto per l’abbinamento con l’intera gastronomia umbra, dai salumi agli arrosti, ai primi piatti e al dolce. Nel territorio si produce anche un ottimo Rosso “Montefalco” DOC ideale con i primi piatti e con la cacciagione e un Bianco particolarmente apprezzato come aperitivo
La tradizione culinaria di Montefalco è legata alla gastronomia tipica umbra, che utilizza i prodotti genuini della campagna e le carni saporite degli allevamenti locali: il tutto condito con olio extravergine di oliva di qualità DOP Umbria, la cui qualità è garantita dalla particolare natura del terreno, dal clima favorevole e dalla perizia dei coltivatori montefalchesi. Altro prodotto di assoluta genuinità è il miele degli apicoltori locali
Esistono a Montefalco attività artigianali di antica tradizione che garantiscono prodotti di elevato pregio. Alla presenza dell'argilla si deve lo sviluppo, fin dall'epoca romana, dell'arte dei vasari, quasi estinta. Più attivo è l'artigianato tessile che, attingendo ispirazione dai motivi antichi, ne ripropone metodi, colori e disegni con risultati di alto livello qualitativo.