Per i mobili d’antiquariato c’è una figura fondamentale , oltre l’antiquario. Questa persona è il Restauratore. Sarà capitato a molti di possedere qualche mobile antico, magari ereditato dalla nonna. Perfetto!
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Pensi che un tuo mobile o oggetto antico possa avere un grande valore e magari farlo restaurare, potrebbe anche accrescerlo?
Ebbene si, rivolgendosi ad un restauratore è possibile innanzitutto farci fare una schedatura del mobile. Se ritenuto opportuno restaurarlo. Questo permetterà allo stesso mobile di ritornare ad uno stato meritevole di essere utilizzato.
È questo il fine ultimo. Sempre se, poi, non se ne voglia trarre profitto vendendolo. I restauratori, in genere, sono persone molto preparate che hanno fatto studi specifici. Riescono a lavorare, qualsiasi materiale, ferro, vetro, ceramica, legno.
Addirittura sono in grado, se il danno è irreversibile, di restaurarlo in maniera originale. Cercando di renderlo utilizzabile. Ci sono lampade ad olio, che diventano elettriche. Ante in vetro, che diventano completamente in legno e così via. È un mondo quello del mobile d’antiquariato davvero ricco di sfaccettature.
Una fase importante del restauro è rivestita da un buon incollaggio e sapere quale colla adatta. Spesso ci chiediamo quale tipo di colla si deve usare. Nel restauro si può usare la colla vinilica ma sarebbe meglio conoscere il tipo di colla con cui il mobile è stato costruito.
Le caratteristiche che deve avere una colla per il restauro sono: una buona elasticità per essere idonea ai ritiri e alle espansioni del legno; una discreta reversibilità cioè di potersi scollare facilmente nel caso in cui si debbano fare in seguito altri interventi.
Si sconsiglia l’utilizzo della colla vinilica poiché sarebbe difficile poi toglierla. Le colle animali sono le migliori perché contengono le caratteristiche più adatte.
Le più importanti colle organiche usate nei restauri sono: la colla animale e la colla di pesce. Prima di eseguire un restauro bisogna togliere bene i residui di colla. Si può bagnare la parte con acqua calda e poi usare un cutter o carta abrasiva a grana grossa e alla fine rifinire con la carteggiatura.
La colla animale: è la colla usata da moltissimi anni dai falegnami e nota con il nome di “garavella”, si ottiene dalla bollitura di pelli, ossa e unghie di animali.
La colla va messa con un pennello su tutte e due le parti da unire e poi tenute strette da morsetti o da un peso. Quando si è seccata si può togliere qualche sbavatura di colla con un panno umido e caldo.
La colla vinilica: anche se nel restauro non è adatta attualmente viene usata perché molto pratica. Non si deve preparare, si trova facilmente, quindi agevola il lavoro; è una colla fredda e lega molti materiali, può essere usata per preparare stucchi con terre colorate.
Ha una presa entro qualche ora ma per avere un migliore incollaggio è meglio usare degli attrezzi per tenere ferme le parti incollate.
Comunque si consiglia di usare la colla vinilica in mobili dove è stata già usata e non in quelli antichi altrimenti il lavoro non sarebbe a buon fine. La colla vinilica va distribuita sulle due zone da incollare senza eccedere nell’uso, senza fretta. Si può infilare anche qualche chiodino per tenere ferme le parti incollate. La Colla di urea e resorcina: consiste in una polvere bianca che si amalgama con l’acqua, si mette in entrambe le parti; è resistente all’umidità, al calore, si usa per riempire interstizi, asciuga in 6-12 ore, di colore sia chiaro che scuro.
La resina epossidica: viene usata per legare metalli, vetri, porcellane, ecc. E’ un composto formato da due parti: adesivo e indurente, che vengono mescolati insieme seguendo le dose indicate nella confezione. E’ molto resistente all’umidità, al calore e alle sollecitazioni, può essere chiaro o scuro di colore; fa presa in cinque minuti ma non è idonea per vaste superfici di legno.
La colla caseina: viene usata raramente ed è molto antica, nel XV secolo è stata molto usata, il principale componente era il formaggio pecorino.
Se viene usata fredda miscelata con acqua è più resistente della colla da falegname; non costa molto, è elastica, resistente all’acqua.
Contiene degli alcali che possono macchiare il legno ed essendo acquosa può gonfiarlo.
Hai necessità di far lucidare un vecchio trumeau o altro mobile?
La lucidatura è l'ultima delle operazioni di restauro del mobile, e viene eseguita dopo aver effettuato tutte le fasi precedenti .Ora dovremmo avere davanti a noi il mobile reintegrato in tutte le su parti, armonizzato nel colore e nelle parti nuove.
A questo punto procederemo ad eseguire la lucidatura a gommalacca, scelta in conformità al tipo di mobile che ci troviamo davanti.
La gommalacca si può applicare a pennello o a tampone, la scelta del metodo dipende dal mobile che dobbiamo rifinire e dal tipo di finitura che desideriamo ottenere.
Per mobili rustici costruiti in abete, olmo, castagno o rovere, che dalla nascita non hanno goduto di cure troppo approfondite e hanno naturalmente i pori aperti, possono essere lucidati a cera. Si tratta di una cera in pasta costituita da una miscela di elementi naturali selezionati quali cera d'api, cera carnauba ed essenza di trementina. Ideale per lucidare e proteggere i mobili e gli oggetti in legno ai quali si voglia dare una particolare finitura vellutata ad effetto cera o si verniciano con gommalacca a pennello e poi si rifiniscono con cera d’api (Per rinnovare e lucidare una superficie: applicare un leggero strato di cera, lasciare asciugare per 20-30 minuti e quindi lucidare usando un panno morbido.
Per la finitura a cera di un mobile e/o oggetto di legno: applicare la cera in abbondanza; lasciare asciugare per 10-12 ore e lucidare con una matassina di lana d'acciaio finissima, usata come se fosse un panno).
Per i mobili antichi che prevedono una lucidatura brillante e per i mobili più ricercati, costruiti generalmente in noce o essenze di pregio, il discorso è diverso, occorre seguire il metodo della lucidatura a tampone.
Che tipi di restauro esistono oltre quelli di mobili antichi?
Il restauro di beni librari, documentari e opere su carta.
Gli interventi di questo tipo sono rivolti a rendere i beni librari e documentari nuovamente fruibili mediante un restauro conservativo e rispettoso dell'oggetto e a rendere nuovamente apprezzabili le opere su carta, attraverso restauri strutturali e integrazioni cromatiche.
Il restauro di libri antichi: dai manoscritti a incunaboli e cinquecentine, a libri del novecento. Sulle carte vengono operati lavaggi, sbiancamenti, smacchiamenti, restauro di strappi e lacune, spianamenti e eventuali integrazioni cromatiche. I restauratori di questo genere di opere ha la capacità di ripristinare cuciture allentate o frammentate rispettando il più possibile l'originale, minimizzando gli interventi e utilizzando materiali completamente reversibili e conservativi. Vengono realizzate legature legature antiche e in particolare cerniere, cuffie, angoli, unghiature e rifacimento di piatti o dorsi mancanti.
Il Restauro stampe antiche, disegni in carta e pergamena
Avviene ponendo attenzione sia all'aspetto conservativo ma anche a quello estetico, attraverso integrazioni cromatiche. Si operano restauri di strappi e lacune, spianamenti, smacchiamenti, lavaggi, rinsaldamenti ecc.
Esistono anche altri tipi di Restauri: oggetti antichi e moderni (ventagli, paraventi, copertine di vinili, scatole, ...) studiando caso per caso la soluzione più adatta all'oggetto, all'uso che ne verrà fatto e alle vostre esigenze. di alcuni oggetti.
Concludendo alcuni restauratori si occupano anche della conservazione del materiale librario, documentario e grafico, attraverso la progettazione e la realizzazione di scatole e passe-partout in materiali adatti alla conservazione.
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